TRANSUMANAGLI ABITANTI DEL DESERTO
TRANSUMANA is the winner of Fondazione Zegna’s Production Prize, which allowed the project to be developed in Biella and Trivero in 2016. The inspiration for the project was born during the UNIDEE weekly module "Designing while Walking, Walking while Designing" led by Martino Gamper (6-10 June, 2016, at Cittadellarte). «The Jury acknowledged the originality, the relational value, and the coherence to the Oasi Zegna context of the proposal».
TRANSUMANA è il progetto vincitore del Premio di Produzione offerto dalla Fondazione Zegna per lo sviluppo del progetto a Biella e Trivero. L'ispirazione per il progetto è nata all' interno del modulo UNIDEE Designing while Walking, Walking while Designing curato da Martino Gamper (tenuto a Cittadellarte Fondazione Pistoletto dal 6 al 10 giugno 2016) con i curatori del progetto Visible Matteo Lucchetti e Judith Wielander. «La giuria ha riconosciuto e premiato l' originalità, il valore relazionale e la coerenza della proposta progettuale al contesto dell'Oasi Zegna».
Questa è la storia di un incontro avvenuto durante la residenza artistica UNIDEE Designing while Walking, Walking while Designing curata da Martino Gamper a Cittàdellarte Fondazione Pistoletto e all’Oasi Zegna. Durante le due settimane di ricerca e lunghe passeggiate tra gli alpeggi, vengo a conoscenza dell’antica tradizione della Transumanza, la migrazione stagionale delle mandrie e dei pastori che a maggio si spostano dai pascoli situati in pianura a quelli delle zone montane, dove gli animali rimangono per tutta la stagione estiva. Mauro, un biologo di 27anni che ha deciso di restare a Biella e investire qui i suoi sogni, mi introduce nei suoi racconti alla figura di Walter Croso, ultimo pastore rimasto a continuare la Transumanza insieme al figlio Lauro. Walter non ha un cellulare, tutti i giorni dalle sei di mattina pascola il bestiame spostandosi da un alpeggio all’altro. Tutti gli abitanti conoscono Walter e i suoi spostamenti. E’ così che nelle punte più alte dell’Oasi Zegna dove ci si muove solo a piedi, l’ossigeno fa girare la testa e i cellulari non prendono, non ho problemi a incontrare i due cowboy tra le montagne all’appuntamento delle tre di pomeriggio. Walter ha sessantacinque anni, mi racconta di un tempo in cui la Transumanza era una grande festa per i pastori e ogni mandriano aveva circa quaranta mucche al seguito di questa lunga passeggiata in salita. Negli anni sessanta tutti gli amici di Walter sono andati via, lasciando i pascoli per lavorare nelle fabbriche in città. Il figlio Lauro ha ventidue anni, mi racconta di un suo amico, figlio di un medico che non ha voluto studiare per seguire il suo sogno di fare il pastore, sogno che peraltro è riuscito a realizzare e oggi pascola le sue greggi di pecore. Mi dicono che per fare questo lavoro ci vuole tanta passione se no non lo puoi fare. Walter e Lauro oggi pascolano da soli duecento mucche, continuano a vivere nella natura e a fare la Transumanza mantenendo viva questa antica tradizione nonostante le molte difficoltà. Sembrano felici.
