NINNA NANNA NUNAve Maria stonata
La "Casa Lavoro e Preghiera" sorse alla fine dell'Ottocento per volere di Giovanni Messina, sacerdote ricordato dai palermitani come il pazzo di Dio, con il solo aiuto delle elemosine, costituì una grande casa per l'infanzia abbandonata sul porticciolo di Sant'Erasmo. In questo quartiere che lui stesso chiamava l'Africa di Palermo, vennero accolti tanti orfani abbandonati dai genitori che non riuscivano a sfamarli. La grande casa oggi è abitata solo da due suore francescane. Una di loro, Suor Maria Virginia, fu un tempo una delle orfane che qui trovò rifugio e da bambina imparò la musica da sola. A quei tempi alle bambine veniva insegnato il ricamo mentre i bambini oltre a studiare lavori di artigianato potevano prendere anche lezioni di musica, alle bambine non era permesso, così Virginia negli anni ha imparato da sola a suonare la tastiera e l'antico organo che si trova in soffitta. Ninna Nanna Nun, è il risultato del workshop di una settimana tenuto dall’artista Helen Cammock (vincitrice della settima edizione del Max Mara Art Prize for Women e del Turner Prize 2019) in occasione della Summer School Palermo curata da Daria Filardo, Stefania Galegati e Davide Ricco. Nelle mie ultime ricerche il concetto di identità viene esplorato attraverso l’approccio con l’altro, dove per altro non si intende un membro di una collettività, ma un individuo unico, irripetibile, una voce a rischio di estinzione.